Quando ho iniziato la mia avventura di blogger, nel lontano giugno del 2008, uno dei miei primissimi post fu dedicato alla mia
"casetta nel bosco", la casa che io e Marco avevamo acquistato un paio d'anni prima e per la quale attendevamo i permessi di ristrutturazione. Eccola qua, la nostra
maison de charme...

Da quel post, in cui traspariva la nostra amarezza per gli ostacoli che la burocrazia ci poneva davanti, sono passati altri due anni, finché, il 28 settembre 2010... beh, ho partorito, no?? E cosa ha a che fare questo con i permessi?? Evidentemente, quel giorno non ero l'unica impegnata a "far uscire" qualcosa di grosso, perché anche il nostro beneamato comune di Genova si è deciso e ha approvato il nostro progetto di ristrutturazione! I lavori li cominceremo in primavera, ora il nostro architetto e il nostro impresario si stanno muovendo per sistemare le ultime pendenze burocratiche e poi daremo inizio ai tanto sospirati lavori, che verranno fatti un po' per volta e, tolto ciò che di strutturale si dovrà fare, in gran parte saranno fatti da noi, perché di certo non abbiamo un capitale massiccio da investire, dovremo fare le formichine e mettere insieme soldino su soldino, mattone su mattone.
Questo è lo stato in cui si trova ora la nostra casa. E' a un chilometro da casa dei miei genitori (dove abitiamo per ora) ed è sul fianco di una collina soleggiatissima. E' disabitata da una ventina d'anni, ma vi posso assicurare che, anche quando era abitata, lo stato era identico.
I proprietari erano conoscenti di mio padre, come più o meno chiunque in Val Polcevera, e diedero l'incarico di venderla a Marco, che allora lavorava ancora a Bolzaneto. Mi portò a vederla e io rimasi folgorata: ero stata lì mille e mille volte da bambina, con mio padre a curare una delle ultime mucche del paese, o con il mio amichetto d'infanzia Lorenzo in bicicletta, perché via dei Nicolli, che partiva dalla casa di sua nonna e si snodava dolcemente nel bosco, era una delle nostre mete preferite.


Anche a Marco piaceva molto, ma la richiesta dei proprietari era davvero alta per le nostre tasche, quindi lui continuò a proporla ai clienti e in effetti in un paio di mesi portò a vederla tantissime persone, perché una casa indipendente in vendita a Murta è una vera rarità, ma poi tutti si spaventavano per la strada, stretta e tortuosa, adesso anche piuttosto disastrata, e per i lavori da fare. Più la gente la trovava inadatta, più a noi piaceva, anche perché siamo affetti dalla sindrome di Dinamite Bla, perciò più stiamo isolati e nel verde più siamo contenti.
Fatto sta che ormai eravamo innamorati del nostro "cucuzzolo del misantropo", sobillati dai miei genitori che condividevano con noi questo innamoramento. I miei suoceri molto meno, un po' perché sono abituati a tutt'altre tipologie abitative, un po' perché condividevano le perplessità del grande pubblico sulla scomodità. Effettivamente, se l'esterno non era in ottime condizioni, l'interno era un vero pianto, e pensate che una signora ottantenne ha vissuto qui così fino alla fine degli anni Ottanta, pure senza bagno, perché in effetti il bagno NON C'E'. La signora, nota in paese in effetti per non essere miss pulizia, utilizzava il trogolo in giardino (acqua a due gradi anche ad agosto) per lavarsi e la stalla per espletare le funzioni fisiologiche...
Questo è il piano di sopra:

E questa la cucina:

Si salva il tetto, rifatto da poco e, secondo noi, molto bello:

E poi, l'esterno... il giardino davanti, non enorme ma sufficiente per i nostri cani e le nostre necessità, ma soprattutto la collina alle spalle, con il suo uliveto... Uliveto???

Lo so, sembrava la savana, vi aspettate che una giraffa spunti da là dietro, eh?? Beh, la giraffa magari no, ma un cinghiale sicuramente vi sta salutando con la zampetta ^_^
Per farla breve, Marco parlò con i proprietari, annullarono l'incarico di mediazione e la casa la comprammo noi, sempre a caro prezzo (anche se nel frattempo eravamo riusciti a farli scendere un pochino), ma questa era, ed è, la NOSTRA casa, non potevamo più vederci altrove. Noi l'abbiamo sempre vista con gli occhi del futuro, noi vediamo come adatteremo e trasformeremo ogni particolare secondo il nostro gusto, lei è lì per noi, come una crisalide dentro al bozzolo, in attesa di diventare farfalla.
Poi è cominciata l'attesa di quattro anni, riempita da qualche lavoro di sistemazione dei terreni, soprattutto del povero, incoltissimo, uliveto

Abbiamo già fatto l'olio due volte con le nostre olive! Non una quantità esagerata, ma insomma, volete mettere la soddisfazione??
Adesso siamo pronti, adesso siamo in tre e quindi siamo più forti di prima, passiamo serate intere a disegnare la cucina, a sognare il nostro divano gigante, a immaginarci il fuoco nel caminetto... e se volete condividerò con voi i nostri passi verso la nostra casa dei sogni.
Buon weekend a tutti!