Mi guardo intorno e mi rendo conto che quest'inverno non lo sto vivendo davvero. Autunno e inverno sono due stagioni che adoro, mi ci crogiolo dentro avvolta in un caldo plaid, nei mesi più freddi a volte sperimento anche nuove tecniche creative, l'anno scorso per esempio mi sono lungamente "picchiata" con la maglia, gli esiti non sono stati entusiasmanti, ma mi sono divertita ugualmente.
Invece quest'anno sono stata letteralmente fagocitata da un micidiale cocktail di lavoro più corso abilitante e non mi sono goduta, nè mi sto godendo, quasi nulla. Aggiungo anche i sensi di colpa perché non mi sento abbastanza presente con mio figlio, vorrei gestire il trantran di casa alla perfezione e invece tutto mi scappa da tutte le parti, insomma, un periodo un po' complesso.
Invece quest'anno sono stata letteralmente fagocitata da un micidiale cocktail di lavoro più corso abilitante e non mi sono goduta, nè mi sto godendo, quasi nulla. Aggiungo anche i sensi di colpa perché non mi sento abbastanza presente con mio figlio, vorrei gestire il trantran di casa alla perfezione e invece tutto mi scappa da tutte le parti, insomma, un periodo un po' complesso.
Anche il mio fisico sta cominciando a darmi segnali: ho iniziato ad avere attacchi di cervicale abbastanza violenti e ora sono letteralmente coperta da una dermatite apparentemente senza cause. Che io, la regina della flemma, sia diventata una vittima dello stress? E' probabile. E vorrei buttare tutto all'aria, tirare fuori stoffe, pennelli, colori e nastrini e ricominciare a fare solo quello che mi piace. Ma a fine febbraio arriverà una delirante sessione di esami, dovremo affrontare dodici materie in tre giorni di esami scritti e due di orali, senza possibilità di riprovare in caso di fallimento. Superato lo scoglio, ci sarà una tesina, ma quella non mi preoccupa, perché tempi e modi sono a mio appannaggio e non stabiliti da qualcun altro. Cosa mi gioco? L'abilitazione, un contratto a tempo indeterminato, il passaggio in ruolo: robetta, di questi tempi, no?
E adesso sono qui, che uso il blog forse per la prima volta per uno sfogo emotivo, mentre uno sfogo, questa volta cutaneo, mi copre dalla testa ai piedi, facendomi somigliare alla Pimpa (o a peppa pig con le bolle, come sostiene Tommaso), a bere tisana depurativa consigliata dalla mia migliore amica quasi medico in consulto via whatsapp (le ho anche mandato le foto dei miei pois) e a prendere antistaminici, come prescritto dal medico che mi ha visitata ieri sera e che in realtà non sa cosa io abbia.
Ovviamente so che non si tratta di una grave malattia e so che ci sono persone che stanno molto ma molto peggio di me e normalmente io guardo sempre il "bicchiere mezzo pieno" e mi ripeto questi concetti come un mantra. Ma oggi, lasciatemi essere lagnosa e mugugnona. Sono i giorni della merla, dopotutto...
Valeria